Mazzarri: «Obiettivi? Togliersi più soddisfazioni possibile»
Si avvicina la sfida con la Roma, l'allenatore della Samp è pronto: «Sarà dura, affrontiamo una grande squadra. Ma con la giusta mentalità possiamo battere chiunque».
E' un Walter Mazzarri concentratissimo quello che parla oggi in conferenza stampa a Bogliasco. Il tecnico blucerchiato allontana tutte le voci che non riguardano il prossimo impegno contro la Roma – prima fra tutte il mercato giocatori e allenatori – per iniziare l'ultima accelerata prima della fine del campionato.
Finali. «Da qui a giugno – comincia il mister – abbiamo davanti undici finali, cui va aggiunta la partita di ritorno di Coppa Italia a San Siro. Vanno affrontate una dopo l'altra, pensando solo ed esclusivamente alla singola gara. Non mi interessano i discorsi tutt'intorno, sono convinto che non facciano bene alla squadra e non siano nemmeno rilevanti in un momento decisivo come l'attuale».
Lavoro e basta. Di chiacchiere però se ne fanno tante, anche perché il torneo sta per concludersi e il calciomercato impazza. Voci su Cassano, voci addirittura sull'appena arrivato Pazzini, voci su Mazzarri. Tutte ad ipotizzare un cambio di maglia dei diretti interessati. Un allenatore, in casi simili, non può fare altro che proteggere il gruppo tramite il lavoro. Che fortunatamente, oggi, può essere svolto con meno freneticità rispetto a qualche tempo fa. «E qui apro una parentesi – precisa Mazzarri -, quando dicevo che giocare ogni tre giorni è dura, quasi sembrava che cercassi scuse. Ora invece sento che da altre piazze arrivano gli stessi commenti. Senza polemica, però mi fa piacere sottolinearlo». L'ultima domenica post-mercoledì è stata Bologna, da dove il Doria è tornato con tre gol sul groppone e tanta amarezza. «E ci sono rimasto male – racconta il mister livornese -, perché la prestazione diceva tutt'altro. Di solito le partite le correggo al martedì, ma stavolta l'ho fatto mercoledì perché dovevo smaltire la delusione ed essere lucido. Se abbiamo commesso errori? Qualcuno sì e vanno evitati, però queste io le chiamo partite anomale e si verificano, spero, una volta l'anno. Diciamo che sarebbe bello averla già subita e non doverne più trovarsene davanti, di domeniche così».
Un anno fa. La Roma, invece, il fantasma della partita anomala lo riporta subito alla luce. Tutti ricordano infatti il match di Marassi della scorsa stagione, davvero molto simile all'ultimo di Bologna. «Facemmo tutto noi e perdemmo tre a zero – rammenta Mazzarri -, stavolta affrontiamo i giallorossi in un'altra situazione, ma guai a non tenerli nella giusta considerazione. Speriamo che abbiano speso tanto in Champions e che qualche cosa paghino, anche se dovremo entrare in campo al centodieci per cento in ogni caso». Così dovrà fare anche Antonio Cassano, che la Roma ormai l'ha già incontrata parecchie volte da ex e – forse – può iniziare a considerarla, almeno da avversaria, come qualsiasi altra squadra. «Lui deve pensare al presente – consiglia Mazzarri -, glielo dirò. La Roma rappresenta il suo passato, adesso c'è la Samp, cui Antonio ha dato tanto, ma da cui Antonio ha anche ricevuto tanto. Credo e spero che sarà per lui una grande partita contro una grande squadra, come sono state quelle con Inter e Milan, niente di più».
Il nostro stadio. E, come contro Inter e Milan, si giocherà a Marassi. «Stadio che ci dà qualcosa in più, è innegabile. Il calore e la spinta della nostra gente ci permettono di aumentare la potenzialità della squadra oltre il massimale, cosa che invece in trasferta non stiamo riuscendo a fare. Voglio più concretezza nelle due fasi di gioco per ridurre la differenza tra gare interne ed esterne».
Nella foto Pegaso, il tecnico blucerchiato Walter Mazzarri.