Italia-Serbia a Genova, il Pazzo sente aria di casa
Dal
ritiro azzurro, il centravanti blucerchiato smania dalla voglia di
giocare: «Se sarò della partita, ce la metterò tutta: sarebbe bello
essere titolare proprio nel "mio" stadio. Cassano? Ci capiamo al
volo».
Genova per lui è qualcosa
di più di una semplice tappa azzurra. È mare, odori e sapori. Suoni
e colori e vicoli da camminare. Genova per Giampaolo Pazzini
significa soprattutto Sampdoria. Aria di casa ormai. Un tourbillon di
sensazioni, flash, affetti. Genova è la città che l'ha rilanciato e
consacrato; la città che martedì sera potrebbe vederlo al centro
dell'attacco con addosso la divisa della Nazionale. «Questa
maglia mi dà la carica, sarebbe bello essere titolare proprio nel "mio" stadio – smania il Pazzo dal ritiro di Coverciano -. Se
sarò della partita, ce la metterò tutta: giocare a Genova sarà una
motivazione in più anche perché si tratta di una vetrina importante
a livello internazionale».
Avversari.
Al "Ferraris" arriverà la Serbia di Krasic e Stankovic, in
ballo, probabilmente, c'è la supremazia del Gruppo C che vale il
pass diretto a Euro 2012. «Mi aspetto una gara difficile – continua
il numero 10 blucerchiato, il 20 in azzurro -, nonostante la
sconfitta interna contro l'Estonia, la Serbia è una grande squadra.
Il prato di Marassi influirà? Il campo può essere determinante. Ci
voleva la Nazionale per rifarlo… Non credo possa essere peggio
dell'ultima volta: non si stava in piedi, c'era il rischio di
infortunarsi e un terreno così complicava lo sviluppo del gioco».
Gol.
Gioco che, tornando alla nuova Italia del c.t. Prandelli, non può
fare a meno del fondamentale apporto dei suoi finalizzatori. Anche
se, ultimamente, le punte non hanno brillato. «Se il mister fino ad
oggi ha cambiato spesso l'attacco – spiega Pazzini – non dipende dal
fatto che non facciamo gol, ma dalle caratteristiche degli avversari.
La palla-gol sbagliata a Belfast? Era una "mia" palla, ho
calcolato male la traiettoria, peccato. Il gol è importante: prima
arriva, meglio è; ma dovremmo preoccuparci se a mancare fossero le
occasioni».
Fantantonio. Instancabile fucina di assist è, senza possibilità di smentita, Antonio Cassano.
E Giampaolo lo sa perfettamente. «Conosco troppo bene Cassano per
non apprezzarlo e per non tenermelo stretto. Non so se giocherò con
lui – conclude -, non credo che Prandelli faccia favoritismi: certo, il fatto di
giocare nello stesso club di Antonio è un vantaggio: lui può sempre
trovare la giocata decisiva, sa come servirmi e io so dove devo
mettermi per ricevere i palloni da lui. Ci capiamo al volo ed è un
vantaggio reciproco».
Nella foto Pegaso, Giampaolo Pazzini in conferenza stampa a Coverciano.