Guerriglia balcanica a Marassi, sospesa Italia-Serbia
Notte di tensione a Genova, dove le intemperanze degli ultrà serbi hanno indotto l'arbitro prima a ritardare il fischio d'inizio e poi a fermare il gioco. Grande delusione tra i blucerchiati di Prandelli.
Dall'Italia al pesto al buio pesto. Buio. Perché il colore della notte fonda di Marassi non può essere altro che nero. Il sipario sulla Nazionale a Genova cala ancora prima di alzarsi. Avrebbe dovuto essere una serata di festa, la serata azzurrocerchiata dell'Italdoria, dei Gemelli Cassano e Pazzini, di capitan Palombo e – perché no? – anche di Daniele Gastaldello. Purtroppo ha finito per diventare la vergognosa serata di buona parte dei "tifosi" della Serbia, della loro guerriglia, delle loro intemperanze, che hanno indotto l'arbitro scozzese Thomson a fermare tutto.
Attesa. Una violenza, quella degli ultrà balcanici, cominciata già nel pomeriggio per le strade della città, in centro, a De Ferrari, nei pressi dell'hotel che ospitava la selezione di Petrovic. Genova era pronta ad accogliere gli azzurri di Prandelli e i propri beniamini di casa. La Sud trepidava d'affetto per Antonio, il Pazzo, Angelo e Gasta. Non vedeva l'ora di poterli sostenere per una causa importante come la qualificazione a Euro 2012. E invece si è ritrovata a fare i conti con l'incredibile ferocia dei sostenitori ospiti.
Fumogeni. Durante il riscaldamento delle due squadre, la situazione precipita. Dalla "gabbia" ruggisce la furia ingiustificata e ingiustificabile. Non reggono e non bastano motivazioni ideologiche o calcistiche, come il k.o. con l'Estonia o il mal digerito trasferimento del portiere Stojkovic dalla Stella Rossa al Partizan. Assurdo. Lanci di fumogeni, in campo e sugli spalti, accompagnano l'ingresso sul prato genovese. Niente inni però: si torna dentro. La polizia si schiera, Stankovic e compagni provano a placare l'ira. Stavolta gli inni nazionali suonano, suona anche il silenzio per i soldati italiani caduti in Afghanistan. Si parte con mezzora abbondante di ritardo.
Buio. La Serbia comincia subito dura e al 3' Rajkovic stende Mauri a metà-campo. È giallo. Passa un niente e Pazzini viene steso in area: sarebbe un rigore nettissimo ma Thomson lascia correre in un clima surreale. Bonucci segna, in netto fuorigioco però. Il lancio di fumogeni da parte dei delinquenti ospiti riprende. Uno sfiora il portiere Viviano. Ci si ferma ancora. Impossibile continuare: partita sospesa. Stankovic piange, Cassano, Pazzini, Palombo e tutti gli altri salutano Genova amareggiati. Forse sarà 3-0 a tavolino. Nessuno spettacolo, solo una notte di vergogna. Di buio, un buio pesto.
Nella foto Pegaso, le intemperanze degli ultrà serbi nella "gabbia" di Marassi.