Italia-Serbia: il rammarico di Pazzini e Palombo
Il bomber e il capitano del Doria non nascondono la propria delusione
per la sospensione della partita e per la violenza degli ultrà serbi:
«Dispiace soprattutto per il pubblico di Genova».
Gastaldello
e Cassano passano dritti. Nessuna scortesia. Anzi. Provano a sorridere amareggiati, ma riesce
difficile mentire anche riparandosi dietro un "no grazie". Il
clima, nella mixed-zone del "Luigi Ferraris", non può esimersi
dalla delusione e dallo sconcerto generali. Italia-Serbia è durata
soltanto 7 minuti al pari del sogno di ammirare dal vivo una
Nazionale a forti tinte blucerchiate. E, dopo la violenza degli ultrà
balcanici, sono proprio i blucerchiati i più dispiaciuti di
un'assurda sospensione. Giampaolo Pazzini e Angelo Palombo si fermano
di fronte a taccuini e telecamere e non nascondono il proprio
rammarico.
Festa
rovinata. «Avrebbe potuto essere la nostra serata e invece siamo qui
a fare i conti con un epilogo assurdo – comincia il Pazzo ai microfoni di Samp TV -. Il fatto di giocare in casa, la gente che ci
acclamava e ci aveva accolto alla grande: io come tutti gli altri
sampdoriani ci tenevamo in modo particolare, ma purtroppo quello che
è successo tra i sostenitori ospiti ha rovinato la nostra festa.
Perché tutta questa violenza? Francamente non lo so, non spetta a
noi dare risposte simili. Resta, di sicuro, un grande rammarico».
Delinquenza.
«Dispiace e pure tanto – fa eco al bomber il capitano del Doria -.
Dispiace soprattutto per il pubblico di Genova e poi per noi stessi perché
giocare titolare con la maglia della Nazionale, nel tuo stadio, è
un'occasione che non capita spesso. Dispiace, ma credo che non ci
fossero i presupposti per continuare: non era più calcio ma
delinquenza pura. Stankovic era in lacrime, ci ha chiesto scusa ma
lui non c'entrava nulla. Ci si lamenta dei nostri tifosi, si fanno
tanti discorsi ma all'estero succede di peggio e lo abbiamo visto.
Una sensazione? Sono abbastanza schifato».
Nella foto Pegaso, il dispiaciuto saluto di Pazzini, Palombo e degli altri azzurri al pubblico di Genova.