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Welcome back Kiko, alla scoperta dello striker Macheda

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Welcome back Kiko, alla scoperta dello striker Macheda

Vent'anni da compiere il prossimo 22 agosto, un passato da emigrante e un futuro tutto da scrivere. Ecco il romano Federico, il nuovo centravanti blucerchiato che arriva dallo United.

06_machedaThe Theatre of Dreams, il teatro dei sogni. E mai soprannome fu più azzeccato. Chiedetelo a Kiko, lui ti risponderà. Ti risponderà che il più bel giorno della sua vita l'ha vissuto proprio tra quelle mura di Sir Matt Busby Way, quelle dell'"Old Trafford". Lui, Federico Macheda detto Kiko, non aveva ancora compiuto 18 anni. Era il 5 aprile del 2009 e un altro Sir, Alex Ferguson, lo buttò nella mischia. Minuto 61 di Manchester United-Aston Villa; i villani in claret and blue stanno violando la cattedrale dei campioni d'Europa in carica: 2-1. Lui, 41 bianco sotto le spalle e sguardo spavaldo, dà il cinque al portoghese Nani. Non sa ancora che da una mezzoretta dopo in poi la sua vita non avrà più lo stesso gusto, lo stesso sapore. Cristiano Ronaldo pareggia i conti al minuto 80, e quando allo scadere il mostro sacro Giggs gliela appoggia appena dentro l'area Kiko s'inventa il gol della vita. Accarezza la palla con la suola, manda fuori tempo il proprio marcatore e col destro la mette là, a giro, sul secondo palo, dove Friedel può solo guardare l'inizio di una favola. Una favola che a distanza di 644 giorni continuerà alla Sampdoria.

Lamerica. Una rete che si gonfia, un sogno – autentico – che si corona in un club di caratura mondiale, al fianco di Ronaldo, Tevez, Rooney e compagnia bella. Roba da non crederci, roba da favola. Una favola italiana d'altri tempi cominciata molti anni prima con un giovane calabrese dai capelli rossi che si trasferisce a Roma, si sposa con Loredana, diventa padre due volte e si arrabatta tra un impiego e l'altro per sbarcare il cosiddetto lunario. Storie di emigranti in cerca de Lamerica, una meta che sembra allontanarsi all'orizzonte quando il lavoro scarseggia e le bollette fai fatica a pagarle. E invece, all'improvviso, Lamerica si materializza, come e quando meno te l'aspetti, sotto forma di telefonata e di biglietto aereo per la città della rivoluzione industriale. «Signor Pasquale? – fa il tipo con l'accento inglese – Saremmo interessati a suo figlio…».

Valigie. Il figlio di Pasquale si chiama Federico, gioca – e pure bene – nel settore giovanile della Lazio, la squadra del cuore. Ci era arrivato da piccolo, dopo i primi calci tirati sotto casa, sulla Prenestina, col Tavernelle e col Savio. Seconda punta o fantasista poco importa: in biancoceleste Kiko segna valanghe di gol. Emissari dei Red Devils lo vedono, se ne innamorano e gli offrono un ingaggio da 80mila sterline l'anno. La legge britannica lo consente nonostante la minore età del ragazzo: come per decine di predecessori in erba, impossibile declinare. Non senza polemiche da parte laziale, nell'estate del 2007, la famiglia Macheda al gran completo – Federico, papà, mamma e il fratellino Simone – fa le valigie verso Manchester, dove l'Academy – il vivaio – lo accoglie a braccia aperte.

Striker. Anche al di là della Manica, l'attaccante conferma le proprie doti, fisiche e tecniche, di cannoniere, di striker d'ora in avanti. Al primo anno con gli under 18 di Paul McGuinness realizza 12 reti in 21 partite, un bottino che non lascia indifferente il mister delle riserve Ole Gunnar Solskjær e nemmeno quello della prima squadra che si convince a dargli fiducia in quel pomeriggio d'inizio aprile. Fiducia immediatamente ripagata e bissata nel successivo match contro il Sunderland, 46 secondi dopo il suo ingresso in campo. Altro gol, altra vittoria decisiva nel trionfo in Premier dello United di Ferguson, un vero e proprio maestro per il baby italian bomber, fisico agile e potente, testa a posto e un'incredibile voglia di emergere.

Strada.
La distanza da Roma e dagli amici di sempre si fa sentire, ma Kiko brucia le tappe, si conquista la stima della gente e dello spogliatoio e a casa finisce per tornarci, addirittura per la finale di Champions 2009. All'"Olimpico" contro il Barça, Giggs e soci si arrendono presto, Macheda non va nemmeno in panchina e la coppa dalle grandi orecchie, come nel '92, finisce in Catalogna. Un sogno vola via proprio nell'amata Capitale; ma per il nuovo numero 27 dei Red Devils la strada resta lunga. Altri debutti – in Europa contro il CSKA Mosca -, altri gol britannici – al Chelsea nella scorsa stagione e ancora al Villa nella prima parte di questa – e le prime gioie da azzurrino Under 21 – il 17 novembre scorso doppietta alla Turchia.

Benvenuto. Niente male per uno che 20 anni li compirà ad agosto e che – alla ricerca della continuità di impiego – adesso si metterà alla prova con la Serie A. Da oggi e fino a maggio, Kiko lo farà con la società che egli stesso ha preferito a tante altre lì in fila per averlo. Lo farà a Marassi, nello stadio più british d'Italia. Lo farà con addosso i colori più belli, con la stessa determinazione di quando metteva a sedere tutti a Prenestina o quando stupì il mondo con quel gol fantastico all'esordio coi grandi. Lo farà alla Sampdoria, ancora col numero 41. E allora welcome back Mr. Macheda, anzi: bentornato sig. Macheda. Benvenuto a bordo, e che il tuo sogno possa continuare…

Federico Macheda: la scheda

Luogo e data di nascita: Roma, 22/08/1991
Altezza: cm 185
Peso: kg 74
Ruolo: attaccante

 Stagione   Squadra     Presenze   Gol 
   2010/11  Manchester UTD (Premier League, Inghilterra)          7     1
   2009/10  Manchester UTD (Premier League, Inghilterra)          5     1
   2008/09  Manchester UTD (Premier League, Inghilterra)          4     2
   2007/08  Manchester UTD (Sett. Giov.)          –     –
   2006/07  Lazio (Sett. Giov.)          –     –


Nella foto Pegaso, Federico Macheda nella sala trofei di Corte Lambruschini con la nuova maglia blucerchiata.

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