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Samp, reazione tardiva: Rafinha tinge il derby di rossoblù

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Samp, reazione tardiva: Rafinha tinge il derby di rossoblù

I blucerchiati regalano ai rivali cittadini quasi un'ora di gioco e subiscono gol dal brasiliano al 10' della ripresa. Poi ci mettono l'orgoglio, si rialzano e provano a pareggiare. Invano.

16_curci-mischiaPoche storie, poche chiacchiere. L'abbiamo perso e pure con merito. Il recupero della stracittadina della Lanterna numero 103 è andato agli altri, che forse, sul campo, l'hanno voluto di più. Sì perché ad eccezione di un paio di occasioni la Sampdoria, sul campo, ci è scesa soltanto dopo aver preso lo schiaffo: dal minuto 10 del secondo tempo. Assurdo. Per stessa ammissione di mister Di Carlo e capitan Palombo. Figuriamoci per i tifosi, che per quasi un'ora hanno assistito a una sostanziale scena muta da parte degli interpreti in maglia blucerchiata. E così, dopo Marciano Vink, Kazu Miura e compagnia cantante, il carneade di rossoblù vestito a segnare per la prima volta proprio nel derby stavolta porta il nome di Márcio Rafael Ferreira de Souza, noto ai più come Rafinha. È lui il re di una notte in cui sarebbe rimasto in panchina se Konko non avesse dato forfait; è lui ad affossare un Doria troppo brutto per essere vero e adesso ridotto a guardare dal basso verso l'alto – in classifica – i rivali cittadini.

Ritmi. 12 secondi e Kucka prova a entrare nella storia dei gol-flash: lo slovacco non ci riesce. Dal buongiorno – si fa per dire – capisci che l'avvio è tutto di marca rossoblù. Il pressing dell'undici di Ballardini è subito aggressivo e al 7' il destro di Palacio centra in pieno la traversa. Si viaggia a ritmi forsennati, più loro che noi, a onor del vero. Ma quando Maccarone ruba palla a Rafinha, punta la porta e serve Guberti sembra che la supremazia degli altri possa di colpo finire. Sotto la Gradinata ospite, il fantasista sardo salta Kaladze, rientra e – anziché sfondare la porta e chi sta lì a proteggerla – colpisce di fioretto. Così Eduardo fa il miracolo col piedone, sventando un'occasione colossale.

Sofferenza. Siamo al 13' e sul capovolgimento di fronte Kucka cerca di nuovo l'angolino. Palo sfiorato e altro brivido. Passa ancora un niente e, dall'altra parte, ci prova ancora Guberti, stavolta di spada: Eduardo mette in corner. Momenti di stanca se ne vivono ben pochi: Gastaldello stende Palacio e si becca il primo giallo mentre Zauri sbroglia una matassa che Floro Flores avrebbe potuto trasformare in incubo. Un incubo rivissuto al 36', quando Rossi prende il secondo legno genoano di giornata. La traversa trema ancora, Floro Flores si avventa sul pallone vagante, ma è in fuorigioco e il suo tap-in non vale. Si soffre. E si esulta quando Palacio, su sponda del compagno di reparto, manda alle stelle a tu per tu con Curci un'altra opportunità di quelle assai gustose.

Ferita. All'intervallo si va in apnea e su dal tunnel si torna con un Volta in più e un Gasta in meno (fortissimo attacco influenzale). E, quasi subito, con un gol sul groppone. A segnarlo, con un bolide dalla distanza, il brasiliano Rafinha. Ferito nell'onore, il Doria reagisce. L'ingresso di Mannini per uno spento Macheda (titolare per l'assenza dell'acciaccato Biabiany) dà coraggio ai blucerchiati. Senza ordine, attacchiamo. Lampi d'orgoglio e poco altro. Maccarone si danna, ma è troppo solo. Poli manda alle stelle da buona posizione al 18'. Palombo impegna Eduardo al 22'. Il Genoa arretra e si difende a cinque, Di Carlo tenta la carta Zaza per l'assalto finale. Fuori va Dessena. Ma è Curci a volare su Rossi. E le speranze blucerchiate a volare via sul triplice fischio di Morganti.

Sampdoria 0
Genoa         1
Reti: 10' s.t. Rafinha.
Sampdoria (4-3-1-2): Curci; Zauri, Gastaldello (1' s.t. Volta), Lucchini, Ziegler; Dessena (32' s.t. Zaza), Palombo, Poli; Guberti; Maccarone, Macheda (15' s.t. Mannini). A disposizione: Da Costa, Koman, Tissone, Martínez. Allenatore: Domenico Di Carlo.
Genoa (4-4-2): Eduardo; Mesto, Dainelli, Kaladze, Criscito; Rafinha, Kucka, Milanetto, M. Rossi; Palacio (46' s.t. Chico), Floro Flores (20' s.t. Paloschi). A disposizione: Scarpi, Antonelli, Moretti, Veloso, Jankovic. Allenatore: Davide Ballardini.
Arbitro: Morganti di Ascoli Piceno.
Assistenti: Niccolai di Livorno e Papi di Prato.
Quarto ufficiale: Tagliavento di Terni.
Note: ammoniti al 24' p.t. Gastaldello e al 9' s.t. Poli per gioco scorretto, al 46' p.t. Palacio per comportamento non regolamentare; recupero 2' p.t. e 4' s.t.; spettatori 35.000 circa; terreno di gioco in pessime condizioni.

Nella foto Pegaso, un'uscita di Gianluca Curci in area blucerchiata.

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