Bari espugnata: Pozzi tiene a galla la Sampdoria
Un rigore del bomber romagnolo al 14' della ripresa spezza al "San Nicola" l'astinenza blucerchiata da gol e da punti. Palombo e compagni continuano a sperare, pugliesi matematicamente in Serie B.
Tra sparare oppure sparire, la Sampdoria sceglie ancora di sperare. È viva,
lotta ed è in piena corsa per la salvezza. Al "San Nicola" ci pensa Nicola. Pozzi, per la precisione. Basta lui, su calcio di rigore al 14' della ripresa, a spezzare in un sol colpo astinenza da vittorie (68 giorni) e quella contemporanea da successi e gol in trasferta (152). E così, dopo Lecce – una vita fa -, la Puglia torna a sorridere ai blucerchiati che tornano
dal sabato pre-pasquale di Bari con tre punti d'oro nella bagarre per non retrocedere, riagguantando i salentini sconfitti a Genova dai cugini rossoblù e lasciando gli amici galletti matematicamente in Serie B.
Frequenza.
Proprio il bomber romagnolo ci mette 120 secondi esatti a rendersi
pericoloso in area su cross dalla destra di Guberti. Pur da terra,
Nick la tocca con la punta ma Gillet disinnesca. Dopo un'insidiosa
punizione di Parisi (7') e uno scatto in profondità di Huseklepp
(17'), è proprio Guberti – preferito a Mannini e dirottato sulla
fascia opposta – a concludere per la prima volta verso l'estremo
belga che non rischia la presa. Il 4-4-2 scelto da Cavasin copre bene
gli spazi e permette di vedere la porta con una frequenza maggiore
rispetto al consueto. Al 20', Laczkó
pesca Pozzi in area, Rossi è saltato, ma Gillet si oppone ancora una
volta in corner. Dall'angolo il numero 9 lamenta una trattenuta: ne
fa le spese Volta, diffidato e ammonito per proteste.
Rimpianti.
Il Doria preme e Pozzi si conferma spina nel fianco barese: al 23'
gira al volo, di sinistro, su cross di Ziegler, esecuzione perfetta,
mira un po' meno; al 26' spiana la strada a Guberti, che anziché
tirare di prima intenzione, sceglie un dribbling di troppo e calcia
debole tra le braccia di Gillet. Dietro non si rischia quasi nulla,
davanti Poli rischia, alla mezzora, di segnare il suo primo centro
doriano ma, da buona posizione, calcia alto perché sbilanciato. I
rimpianti per un gol che non arriva aumentano al 34': la preparazione
e l'esecuzione di Maccarone sono eccellenti, Masiello salva in modo
sospetto sulla linea, Laczkó s'avventa sulla palla, segna, ma è in
fuorigioco.
Sortilegio.
Ancora Big Mac fa la barba al palo al minuto 36, prima che Rivas
dimostri con un bel destro che il Bari non ha ancora deposto l'ascia
e Gervasoni fischi la fine della prima frazione. La seconda si apre
con due sostituzioni a stretto giro di posta: Mutti richiama Almiron
e Rossi per Codrea e Rinaldi. Ma il canovaccio non cambia. Al 13'
Poli si mangia ancora le mani riscoprendo la reattività di Gillet,
che devia sulla traversa un tiro a botta sicura da dentro l'area.
Sugli sviluppi del corner, lo stesso Poli viene steso Huseklepp:
rigore netto. Sul dischetto va Pozzi, calcio potente e angolato, il
portiere intuisce, tocca ma il sortilegio è spezzato. Il Doria torna
a segnare, Nick festeggia per il quarto centro in campionato.
Braccino.
Paradosso dei paradossi il vantaggio ritrovato dopo tempo immemore
non dà fiducia ai blucerchiati. L'ansia di vincere attanaglia corpo
e mente dei blucerchiati che dallo 0-1 in poi si rintanano timorosi
nella propria metà-campo, malgrado i ripetuti inviti a salire da
parte della panchina. Andrea Masiello spaventa Curci di testa al 18':
brividi allo stato puro. Ecco il cosiddetto "braccino". Gli
urlacci e i cambi di Cavasin si sprecano ma non producono l'effetto
sperato. Dentro vanno Macheda, Mannini e Tissone per Maccarone,
Guberti e Poli. Là davanti non si tiene una palla, il tempo passa e
aumenta la tensione. A farne le spese è proprio Poli, scattato al
48' dalla panchina dopo un fallo non concesso. L'arbitro estrae il
rosso che significa ciao Brescia e forse ciao derby. Ciao Bari,
arrivederci lo si canta dopo la fine del recupero. Arrivederci – si
spera – in A, fra due stagioni.
Bari 0
Sampdoria 1
Rete: 14' s.t. Pozzi rig.
Bari (4-3-2-1): Gillet; A. Masiello, Glik, M. Rossi (4' s.t. Rinaldi), Parisi; Bentivoglio, Almiron (1' s.t. Codrea), Gazzi; Rivas, Huseklepp (19' s.t. Romero); Rudolf. A disposizione: Padelli, M. Donati, Kopunek, E. Alvarez. Allenatore: Bortolo Mutti.
Sampdoria (4-4-2): Curci; Zauri, Volta, Gastaldello, Ziegler; Guberti (27' s.t. Mannini), Palombo, Poli (34' s.t. Tissone), Laczkó; Maccarone (16' s.t. Macheda), Pozzi. A disposizione: Da Costa, Dessena, Lucchini, Biabiany. Allenatore: Alberto Cavasin.
Arbitro: Gervasoni di Mantova.
Assistenti: Marzaloni di Rimini e Pugiotto di Chioggia.
Quarto ufficiale: Bagalini di Fermo.
Note: espulso al 48' s.t. Poli per proteste, ammoniti al 13' p.t. Rivas e al 13' s.t. Huseklepp per gioco scorretto, al 21' p.t. Volta e al 9' s.t. Pozzi per proteste, al 40' s.t. Bentivoglio per comportamento non regolamentare; recupero 1' p.t. e 5' s.t.; terreno di gioco in buone condizioni.
Nella foto Pegaso, il blucerchiato Laczkó prova a scappare al barese Almiron.