Il Palermo gela Marassi: la Sampdoria saluta la Serie A
Perdendo in casa contro i rosanero (gol di Miccoli e Pinilla, in mezzo l'inutile pari di Biabiany), i blucerchiati retrocedono per la quarta volta della loro storia nell'ennesimo pomeriggio nero, tra lacrime e orgoglio.
E
così addio. Ebbene sì: è finita, siamo retrocessi. Siamo scesi dal
carrozzone. Ora il verdetto suona come definitivo. La matematica e
malasorte ci sorridono beffarde e ci dicono entrambe che sarà Serie
B. Per la quarta volta nella sua storia la Sampdoria cade nel
campionato cadetto. Lo dice il prato verde: anche il Palermo sbanca
Marassi mentre il Lecce batte il Bari e si salva alla faccia
nostra. Forse anche con merito, onore a loro. A noi tocca la rabbia,
i rimpianti. Toccano le lacrime. Il capitano piange al centro del
campo, i tifosi gridano il suo nome. E non la smettono di incitare quella maglia. Maglia che l'anno prossimo giocherà in città e stadi
che con lei non c'entrano nulla. Scene già viste, come nel '99, come
nel '77 e, ancor prima, nel '66. Ci siamo già passati. E ci risiamo.
Per un anno d'inferno, ci toccherà un anno di purgatorio. Guardiamo
indietro solo per la cronaca dell'ennesimo pomeriggio nero e poi
basta. Solo avanti, solo domani. Per non ripetere gli errori e
tornare dove tutti meritiamo di stare.
Trazione.
Si parte con un Doria a trazione anteriore: due punte (Pozzi e
Maccarone) e due ali (Biabiany e Guberti). In difesa Volta prende il
posto dell'acciaccato Gastaldello, Laczkó
quello dello squalificato Ziegler. A far coppia con Palombo in mezzo
c'è Tissone, suo il primo tiro di giornata su sponda aerea di Big
Mac, che un minuto dopo ha la palla del vantaggio. Il capitano lo
imbecca sul filo del fuorigioco, il numero 32 stoppa con difficoltà,
poi supera Benussi ma da posizione angolata spara clamorosamente
fuori. Fuori come la seconda conclusione personale di Tisso, barba al
palo e nulla più. La Samp c'è. E la conferma arriva al 17', quando
Biabiany scende palla al piede per vie centrali e fa tutto bene
tranne l'esecuzione finale: la potenza e la mira sono da rivedere.
Gelo.
Al 20' Cavasin perde Lucchini, già dolorante dopo 100'' per una
botta al ginocchio destro. Entra Gastaldello. Guberti calcia debole
al 24', Hernandez risponde non centrando lo specchio della porta.
Caso specifico a parte, il monologo è blucerchiato. E Pozzi fa
esplodere lo stadio poco prima della mezzora. Peccato che Manganelli
veda un fuorigioco inesistente e strozzi in gola il ruggito di
Marassi. Su corner di Laczkó e di Miccoli dalla parte opposta
sembrano scorrere gli ultimi brividi del primo tempo ma lo stesso
capitano rosanero, al primo di recupero, gela ogni speranza. Pozzi
prova a riaccenderle subito, Benussi blocca.
Fine.
A testa bassa, il Doria torna subito in pista. Angolo di Guberti,
Gasta svetta, Biabiany anticipa Benussi e di testa segna per la prima
volta in maglia blucerchiata. Un gol fondamentale. O almeno, lì per
lì, sembrerebbe. Quando mette il turbo Joe non lo fermi. E subito
dopo, sulle ali dell'entusiasmo, prova invano a raddoppiare.
La voglia d'arrembaggio viene presto tarpata dal vantaggio leccese a Bari. Rossi toglie
Miccoli per Pinilla all'8', Guberti impegna il portiere avversario
all'11' e alla mezzora. Pozzi risegna ma la bandierina si alza
ancora. Tremenda disdetta. È l'inizio della fine firmata Pinilla.
Serie
A. Il letale contropiede rosanero al minuto 41 mette i titoli di coda su una
stagione maledetta. Cominciata male e finita ancora peggio. Come nessuno avrebbe mai potuto prevedere. In pochi
fischiano e contestano, gli altri – la maggioranza – cantano e
sventolano bandiere e sciarpe, col magone e la morte dentro il cuore.
Ma orgogliosi dei propri colori. Questi sono i Sampdoriani, gente da
Serie A.
Sampdoria
1
Palermo
2
Reti:
46' p.t. Miccoli, 5' s.t. Biabiany, 41' s.t. Pinilla.
Sampdoria
(4-4-2): Da Costa; Zauri, Volta,
Lucchini (20' p.t. Gastaldello), Laczkó;
Biabiany, Palombo, Tissone (36' s.t.
Poli), Guberti;
Maccarone, Pozzi. A disposizione: Curci, Dessena, Koman, Padalino, Martínez.
Allenatore: Alberto Cavasin.
Palermo
(4-3-1-2): Benussi; Cassani, Muñoz,
Goian, Darmian (33' s.t. Bovo); Migliaccio, Liverani (15' s.t.
Bacinovic), Nocerino; Ilicic; Miccoli
(8' s.t. Pinilla), Hernandez. A disposizione: Brichetto, Nappello,
Pastore, Acquah. Allenatore: Delio Rossi.
Arbitro:
Mazzoleni di Bergamo.
Assistenti:
Di Liberatore di Teramo e Manganelli di San Giovanni Valdarno.
Quarto
ufficiale: Valeri di Roma 2.
Note:
ammoniti al 22' p.t. Darmian, al 35' s.t. Gastaldello, al 42' s.t.
Guberti, al 43' s.t. Bacinovic, al 44' s.t. Palombo per gioco scorretto, al 45' s.t. Hernandez per proteste; recupero 2' p.t. e 4' s.t.; abbonati
18.543, paganti 5.678; terreno di gioco in buone condizioni.
Nella foto Pegaso, le lacrime di capitan Angelo Palombo al termine della partita.