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Samp e letteratura: Claudio Bagnasco e “Il capitano”

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Samp e letteratura: Claudio Bagnasco e “Il capitano”

Lo scrittore e saggista genovese ha dedicato uno dei quindici microracconti della sua raccolta "In un corpo solo" a Sergio Volpi e all'amore per i colori blucerchiati.

14_libroClaudio Bagnasco nasce a Genova (più precisamente nella blucerchiata Sampierdarena) nel 1975, dove vive tuttora. Scrive e tifa Sampdoria da sempre. Ha pubblicato lavori di saggistica e di narrativa. Il successo editoriale arriva alla fine del 2010, quando l'uscita del romanzo "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale) lo fa conoscere al grande pubblico. Marcello Fois lo sceglie tra i sei migliori scrittori giovani d'Italia, e lo invita al festival letterario internazionale "Isola delle storie" di Gavoi.

Sergio Volpi. Il 12 luglio 2011, nelle migliori librerie, è uscita per i tipi di Quarup "In un corpo solo", raccolta di quindici microracconti che parlano di corpi, i corpi che subiscono e provocano emozioni. E tante emozioni suscitano in Claudio i colori blucerchiati, che lui segue abitualmente dalla Gradinata Sud. Per questo, Claudio ha dedicato uno dei suoi racconti a un capitano del recente passato blucerchiato (la dedica "a S. V.", non lascia dubbi). Ma l'atto d'amore del racconto – come si può leggere poco sotto – tocca anche la sua amata Sud e i nostri magici colori.

                                                  
                                                                   Il capitano (a S. V.)

            Noi saremo in gradinata.
            Il capitano alzerà il braccio ma l’arbitro non ravviserà il fallo e farà proseguire l’azione. Il capitano resterà solo dentro il cerchio di centrocampo. Non protesterà.
            Si volterà semmai di scatto, cercherà il pallone con quei suoi occhi seri, si risistemerà la fascia scesagli sino al gomito e prenderà a correre dietro all’avversario.
            Il suo ritardo ci apparirà incolmabile. – Angelo! – urlerà senza guardarlo, perché la fiducia non passa per gli sguardi – Angelo, chiudi tu! – Però Angelo dovrà badare alla mezzala che rapidissimamente starà accentrandosi.
             Allora il capitano correrà più svelto. Guadagnerà metri su metri.
             L’avversario, appena prima di entrare nell’area di rigore, si fermerà. Per capire se scartare, tirare, fare un triangolo.
             Noi dalla gradinata vedremo il nostro portiere piegarsi sulle ginocchia, sistemarsi i pantaloni della tuta qui dalle cosce, andare avanti e indietro per l’area piccola, gesticolare con le mani guantate.
             Poi vedremo il capitano sopraggiungere da dietro, intervenire con una scivolata millimetrica, uncinare il pallone, rubarlo all’avversario ignaro che incespicherà nel proprio errore, e noi che abbiamo da sempre questa emotività indomita ci sentiremo immediatamente così orgogliosi del nostro capitano, di noi stessi, di tutto, e l’azione proseguirà ma stavolta in direzione della porta degli altri, gli avversari, e il capitano volerà via leggero sospinto dal clamore di noi che alle sue spalle attaccheremo compatti, verso nord.

Nell'immagine, la copertina della raccolta di Claudio Bagnasco "In un corpo solo".

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