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Atzori verso Brescia: «Siamo obbligati a vincere»

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Atzori verso Brescia: «Siamo obbligati a vincere»

«Quel che mi preme dire in partenza è la mia vicinanza nei confronti di coloro che hanno perso ciò che di più caro può avere una persona: i propri figli. Prima di essere allenatore sono un papà, mi immedesimo nelle persone che hanno perso la cosa più bella del mondo e a loro va tutto il mio affetto». Impossibile restare impassibili di fronte alla tragedia dell’alluvione che ha ferito Genova e spezzato sei vite. Era combattuto Gianluca Atzori se fare o meno questa conferenza stampa; era combattuta la società: giocare a Brescia o pure no? Alla fine, d’accordo con la Lega Serie B, si è detto sì ad entrambe le cose, cercando di onorare al meglio la memoria di chi non c’è più e di rispettare chi soffre in un momento tanto tragico.

Disappunto. Si gioca, dunque. Domani sera la Sampdoria andrà a far
visita al Brescia con la speranza di lasciare definitivamente alle
spalle i problemi degli ultimi 10 giorni. «Non nego che sia stata una
settimana difficile – spiega il mister -, non nego che mi abbia turbato
prima la prestazione di Nocera e poi quello che è successo
all’aeroporto. Sono consapevole però che essere l’allenatore della Samp comporta che la società e l’ambiente manifestino il loro
disappunto se i risultati non sono in linea con l’obiettivo. Io, in
ogni caso, continuo ad andare avanti nelle mie idee e nella mia gestione
del gruppo».

06_atzoriMotivazioni. «Sono sempre più convinto che la
differenza la facciano le motivazioni – continua Atzori circa i
cambiamenti di formazione attuati col Crotone -. Martedì non ho fatto
altro che applicare il mio pensiero: mandare in campo chi ha
determinate caratteristiche. Si è trattato di scelte tecniche dettate
dal momento; i più bravi devono dimostrare di avere voglia, quelle
attenzioni e quelle capacità che tutti riconoscono ma che devono tirare
fuori. La Nocerina ci aveva surclassato sotto tutti i punti di vista,
ma soprattutto sul piano delle motivazioni; col Crotone ho scelto chi
durante la settimana aveva dimostrato impegno e volontà, armi che sono
servite a sbloccare senza patemi la partita».

Discussione. «La
vittoria di martedì non ha risolto niente – ammette il tecnico
blucerchiato -. Sono in bilico? Sì, ciò che mi ha portato in questa
situazione da dentro o fuori sono i 4 pareggi di Marassi: tu alleni la
Sampdoria e sei destinato a vincere contro Padova, Grosseto, Sassuolo e
Cittadella, è giusto che sia così. Sta a me fare cambiare questo
stato. Sono consapevole che se a Brescia non dovesse arrivare il
risultato sarei messo nuovamente in discussione. Anche a Catania ho
vissuto momenti difficili, ma gli errori che commisi allora non li
sto ripetendo oggi. Non è il momento più difficile della mia carriera:
non mi scoraggio e vado avanti».

Obbligo.
Le difficoltà delle rondinelle
di Scienza non devono trarre in inganno. Atzori lo sa bene: «Se
leggiamo i numeri il Brescia viene da 5 sconfitte di fila. Erano
partiti molto forte e l’ambiente è un po’ disturbato da questo stop
inatteso. Esprimono comunque un ottimo gioco, è
una squadra giovane, con voglia e qualità, e non sarà facile. Noi però
abbiamo il dovere e l’obbligo di provare a vincere questa partita
perché la società ha un obiettivo importante. Siamo avvantaggiati
conoscendo i risultati degli altri? Di sicuro siamo maggiormente
consapevoli dell’importanza della gara di domani. Davanti hanno
rallentato, noi siamo in ritardo di 5-6 punti, ma siamo la Sampdoria,
non dobbiamo mai dimenticarlo e ogni partita è fondamentale».

Effettivi.
«Mi dispiace rinunciare a Semioli – conclude l’allenatore di Collepardo
sulla situazione degli infortunati -. Franco ha la febbre a 38 e mezzo
da due giorni e a Brescia non ci sarà. Peccato perché mi avrebbe fatto
comodo. Foggia me lo porto dietro, non si è allenato negli
ultimi giorni, l’ho provato oggi e lo proverò anche domani. Piovaccari
invece non è al meglio, non voglio rischiarlo e perderlo per altre 3-4
partite. Davanti ho già scelto. Oggi questa squadra è formata da ottimi
giocatori: è toccato a tutti restare a casa o in panchina: chi rimane
fuori non è escluso per sempre, deve prenderla come un momento di pausa
o di riflessione, per ritornare poi più motivato di prima».

Nella foto Pegaso, mister Atzori in campo a Bogliasco.

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