Impariamo allo stadio: Foggia coi bimbi al “Ferraris”
«Posso
darti un bacino?», chiede intimidita la piccola Giulia, 10 anni e giacca a
vento rossa. Pasquale Foggia sorride e risponde «sì, certo»,
abbassandosi un poco per ricevere la dolce dimostrazione d'affetto.
La più tenera, la più semplice e spontanea di una mattinata
speciale, la prima della decima edizione di "Impariamo allo
stadio". «Mica mi devo abbassare tanto – scherza il fantasista
napoletano dalla Tribuna d'onore, tra le bandierine e le cartoline per gli autografi -. Sarà
per via dell'altezza che mi chiamano per questo tipo di manifestazioni e vado
così d'accordo con i bambini».
Tour.
In effetti, travolto dall'entusiasmo, l'acclamatissimo Pasqualino ha
dimostrato di saperci fare. Intervistato a tappeto da uno stuolo di
baby giornalisti, il blucerchiato si è rivelato un ottimo
interlocutore per le tre classi quinte delle scuole "Daneo" e "Duca degli Abruzzi", protagoniste in mattinata del tour alla
scoperta del "Luigi Ferraris", organizzato dall'U.C. Sampdoria in
collaborazione con l'Assessorato allo Sport del Comune di Genova.
Domande.
Tantissime le domande, sincere le risposte. Dalla squadra del cuore
(«Da bambino tifavo Napoli. Ora? Sto con la Sampdoria» al compagno
più antipatico («Un attimo, aspetta che lo trovo: Laczkó,
perché mi dà tanti calci in allenamento»),
passando per Marassi e i tifosi del Doria: «Questo stadio è
bellissimo e i nostri tifosi ti danno emozioni forti. Ci hanno sempre
sostenuto, anche quando meritavamo qualche fischio in più, e questa
è una cosa strana che in Italia succede raramente».
Valori.
«Credo che "Impariamo allo stadio" sia un'iniziativa bella e
molto importante – conclude Foggia rivolgendosi questa volta ai
giornalisti veri -. Io ho un figlio di 9 anni e una in arrivo. I
bambini sono una parte essenziale della vita di tutti noi e dello
sport in assoluto ed è giusto, già da questa età, insegnare loro
determinati valori».