Iachini spinge la Samp: «Adesso conta il cuore»
«Provo
e avverto le stesse sensazioni che avevo nel gruppo a Brescia. La mentalità, lo spirito,
le certezze su cui si lavora e attraverso cui si ottengono risultati.
Ma abbiamo ancora buoni margini di crescita». Non ha cambiato
obiettivo Beppe Iachini. Continua a battere e a martellare, come è
nel suo stile. «Essere rientrati in zona playoff è un fattore che
porta entusiasmo all'interno della squadra – spiega il tecnico
blucerchiato dalla sala stampa del "Mugnaini" -. Ci eravamo
prefissati di fare un girone di ritorno in un certo modo e ci stiamo
riuscendo. Fa piacere, però dobbiamo essere consapevoli che mancano
ancora quattro partite, complicate, difficili, da affrontare di volta
in volta con lo spirito giusto che da gennaio ci ha portato fino a
qui».
Che
Reggina si aspetta? Scarica per l'allontanarsi del traguardo?
«Non
credo proprio, la Reggina non sarà affatto demotivata. È partita
per lottare per i quartieri alti e c'è stata per un buon periodo di
tempo. Ha delle qualità e dovremmo fare una grande partita sotto
tutti gli aspetti per venirne a capo. Dovremo essere intensi,
organizzati e concentrati per creare loro difficoltà».
Visti
gli impegni delle concorrenti, potrebbe essere un turno favorevole?
«Noi
dobbiamo concentrarci su quello che è il nostro obiettivo. Uno
sportivo deve cercare di arrivare sempre più in alto possibile.
Andare a scalare più posizioni possibili: è questo che deve essere
nella nostra mente, non i risultati degli altri. Aver raggiunto al
sesto posto non deve essere una soddisfazione. Lo è per com'era la
situazione prima, ma non possiamo accontentarci. La quota playoff è
molto alta e noi vogliamo fare più punti possibili».
Quanti
punti serviranno per giocarsi gli spareggi?
«Non
penso a fare calcoli che poi vengono puntualmente smentiti dal campo.
La cosa curiosa è che tutti gli obiettivi sono ancora vivi. C'è
lotta per i primi posti, per i playoff e per la zona bassa.
AlbinoLeffe a parte, tante squadre sono interessate anche in fondo e
questo può far sì che il campionato sia incerto fino all'ultimo».
Due
partite di fila alle 12.30. Un'insolita novità per lei?
«Sì,
non mi era mai capitato. Ma il calcio è questo e conosciamo le
regole a livello televisivo. Io preferirei che le ultime partite
fossero tutte agli stessi orari, anche per evitare polemiche o
discussioni. Gli orari però ci devono importare poco: che si giochi
a mezzanotte o alle 9 o alle 6 del mattino dobbiamo farci trovare
pronti. Niente ci può distrarre».
Oltre
a Romero, Berardi e Padalino, ci sono indisponibili per domani?
«Abbiamo
ancora un allenamento per capire i recuperi dopo un doppio impegno
ravvicinato, ma direi che stanno tutti bene. Valuteremo anche con lo
staff medico, oggi faremo il quadro definitivo, ma grande turn-over
non ci sarà anche perché dobbiamo cercare di dare continuità al
nostro lavoro».
Fisicamente
la Sampdoria è pronta per questo rush finale? Sembrerebbe di sì.
«La
squadra sta bene. È un momento della stagione in cui, più di ogni
altro aspetto, conta il cuore. Conta tirarlo fuori nella fatica, nei
duelli, nell'aiutare il compagno. Le difficoltà dobbiamo superarle
così, attraverso il cuore e la testa».