Romero si confessa: «Alla Samp ancora a lungo»
Che
preferisse i fatti alle parole lo avevamo già capito. Fino a ieri la
sua voce in pubblico l'avevamo sentita soltanto per la sua
presentazione alla stampa, per uno spot di Samp TV e per il
ringraziamento ai tifosi nella serata di sabato scorso a Marassi.
Sergio Germán
Romero ha deciso di rompere il silenzio mediatico a Bad
Kleinkirchhein. «Parlo
per la prima volta perché non mi piace molto rilasciare interviste –
confida el Chiquito, col supporto di Tissone nelle vesti di traduttore -. Sono un tipo molto riservato, un po' chiuso.
Non uso Twitter, non ho un profilo su Facebook, noZn mi interessano.
Preferisco stare in casa con la mia famiglia».
La tua casa è la Sampdoria?
«Sono
contento di essere qui. Mi trovo bene con la società, la mia
famiglia si trova bene a Genova e se mia moglie e mia figlia
continuano a essere felici io continuerò ad indossare la maglia
della Samp ancora a lungo».
Saresti
rimasto anche in caso di mancata promozione?
«Sì,
sicuramente sarei rimasto in Serie B almeno un altro anno. L'estate
scorsa sapevo che sarebbe stata una scommessa venire a Genova, ma io
sono fatto così, le scommesse mi piacciono e grazie a Dio ora siamo
in Serie A. Tra l'altro non era facile che l'Argentina tenesse un
portiere di Serie B, ma per fortuna è andato tutto bene: adesso
anche loro possono dire di avere un portiere che gioca in Serie A».
Perché
hai scelto l'Italia?
«Dopo
quattro anni in Olanda mi ero reso conto di essere cresciuto, in
fatto di piedi e di tecnica. Sapevo che nel vostro paese i portieri
miglioravano anche nelle uscite e sotto il profilo tattico. Sono
venuto soprattutto per questo motivo».
Ora
vi attende una stagione particolarmente impegnativa. Sei pronto?
«Quest'anno
sarà importante crescere ancora in un campionato difficile. Sono
certo che disputeremo un buon torneo, faremo un buon cammino, anche se
ci metteremo subito alla prova con il Milan».
Quali
attaccanti temi?
«Non
mi preoccupa nessuno. So che in Italia giocano grandi campioni che
possono fare la differenza, ma io penso al mio, lavoro per la squadra
e se tutti facciamo le cose giuste non bisogna avere paura. È
importante che tutti ci aiutiamo».
Nel
complesso un'annata molto buona, poi un po' di stanchezza nel finale.
A cosa pensi se riguardi alla stagione passata?
«Sono
stati semplici errori tecnici, quella flessione è arrivata solo per
colpa mia, non c'è altro, non c'entrano i viaggi con la Selección.
Con il Pescara ho sbagliato uno stop rimasto lungo, potevo calciare
prima. Poi ricordo un paio di disattenzioni, ma di poco conto».
Che
rapporto hai con i preparatori?
«Sardini
mi ha dato una grande mano all'inizio quando arrivavo da un mese di
vacanza e sono subito sceso in campo contro il Padova. Con Viviani poi ho lavorato benissimo e i suoi consigli sono stati preziosi. Ora
Chimenti e anche Ferrara e Peruzzi mi stanno insegnando molto. Sono
stati grandi campioni».
Nella foto Pegaso,
Sergio Germán Romero sorridente sabato scorso a Marassi.