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Ferrara, mister filotto: «Mettiamo fieno in cascina»

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Ferrara, mister filotto: «Mettiamo fieno in cascina»

Entra
negli annali ma non si scompone. Ciro Ferrara è il quarto allenatore
della storia della Sampdoria a vincere consecutivamente le prime tre
giornate del campionato di Serie A. Prima di lui il filotto era riuscito soltanto a Czeizler (1956/57), a Ulivieri (1982/83) e a Del Neri (2009/10).
«La nostra dimensione è risaputa e conosciuta – spiega serafico il
mister nel post-partita di Pescara -. Sono molto felice del nostro
momento, soprattutto per i ragazzi in cui aumenta la fiducia. Il
distacco dalle altre squadre ci permette inoltre di lavorare con
serenità, ma l'impegno non deve mai venire meno visto che il
pericolo è sempre dietro l'angolo».

Obiettivo.
«Per noi il cammino deve andare avanti – prosegue Ferrara -.
Dobbiamo cercare di mettere fieno in cascina per l'obiettivo finale.
Certo, questi punti arrivati contro una diretta concorrente per la
salvezza valgono doppio. In più Maxi finalizza bene: finora è
sempre andato a segno. Questo perché dietro di lui c'è un gran
lavoro di squadra, un lavoro che va messo in pratica nella maniera
più equilibrata possibile. Tutti, Maxi compreso, dobbiamo
sacrificarci per l'obiettivo».

In
partita
. «Nei primi 20 minuti abbiamo avuto qualche problema –
ammette il tecnico blucerchiato tornando sul match dell'"Adriatico"
-. Abbiamo sbagliato molti passaggi, loro ripartivano e in alcune
circostanze ci hanno messo in difficoltà, come in occasione del
lancio lungo e della traversa di Vukusic, dove abbiamo commesso una
disattenzione. Poi però siamo tornati in partita: abbiamo lavorato
molto in settimana sulle difficoltà difensive del Pescara, abbiamo
fatto la nostra gara e abbiamo meritato la vittoria. Potevamo segnare
il 4-1, ma siamo molto giovani e per questo, nel finale, non abbiamo
gestito al meglio il vantaggio».

Soluzioni.
Maxi Samp troppo Maxi López
dipendente? Ferrara crede proprio di no. «Abbiamo
anche altre soluzioni e lo abbiamo visto nella partita di San Siro –
conclude -. Pozzi ha avuto un problema alla caviglia ma è un
centravanti abituato a stare in certi palcoscenici e a fare
sportellate là davanti. E poi c'è Icardi, un ragazzo argentino del
'93 che sto utilizzando più da esterno: oggi, per via dei cambi
forzati, non ho potuto metterlo in campo nel finale al posto di Maxi
anche se mi sarebbe piaciuto».

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