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Ferrara: «Andiamo a Roma per giocarci le nostre carte»

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Ferrara: «Andiamo a Roma per giocarci le nostre carte»

«Tissone
ha avuto un problema e resta a casa con Poli, Juan e Maxi. Eder ha
recuperato in pieno e sarà della partita, così ve lo dico subito».
Sgombera il campo Ciro Ferrara, e la conferenza stampa la comincia
con una notizia. Alla vigilia della trasferta di Roma il tecnico
blucerchiato fa il punto della situazione. Tra avversari, attualità
e tour-over. «Abbiamo delle assenze e dobbiamo trovare soluzioni
diverse – prosegue -. Sinceramente nell'undici può cambiare
qualcosina, ma non ci saranno stravolgimenti, l'ossatura resterà la
stessa. Faremo ancora un allenamento domattina e voglio valutare bene
se tutti hanno recuperato nella maniera giusta».


Un
giudizio sulla squalifica di Maxi López?

«Maxi
sa benissimo il mio pensiero. Ha commesso una sciocchezza e resterà
fuori. Gli ho parlato, quello che avevo da dire l'ho detto
direttamente a lui. È la prima volta che la Procura Federale
squalifichi un giocatore per un motivo del genere, noi abbiamo la
sfortuna che la porta dell'arbitro capiti proprio di fronte
all'uscita del tunnel. Immagino che non sia la prima volta che capiti
una cosa del genere, ma Maxi ha sbagliato e pagherà».

Quella
dell'"Olimpico" può essere una partita-chiave per voi e per le
vostre ambizioni?

«Test
impegnativi ne abbiamo già avuti diversi. Al termine delle partite
col Siena e col Pescara ho letto commenti che in qualche modo
sminuivano i nostri risultati. Poi domenica vado a casa e mi accorgo
che il Siena batte l'Inter e che il Pescara ha pareggiato a Bologna.
Non esistono partite facili: la prima può perdere contro chiunque e
i punti che abbiamo conquistato sono figli di gare che dimostrano la
forza della Samp. Detto questo, domani andiamo ad affrontare una
squadra con obiettivi diversi dai nostri: lottano per i vertici, per
lo Scudetto mentre il nostro obiettivo è risaputo».

La
Roma arriva a questa gara senza aver giocato a Cagliari. Uno
svantaggio per voi?

«Questo
non è dipeso da noi né da loro. Ci sarebbe piaciuto poterla giocare
nelle stesse condizioni, ma voglio pensare che non sia questo il
problema. Sappiamo che loro hanno riposato e dobbiamo accettare
questa situazione».

Sfiderà
Zeman per la prima volta da tecnico. Che sensazioni ha?

«Da
un punto di vista professionale, da collega, ho già espresso il mio
pensiero in merito al modo in cui giocano le sue squadre. Da
calciatore devo dire che alcune dichiarazioni hanno leso l'immagine
del sottoscritto e di una società importante e non posso
accettarle».

Che
Roma si aspetta?

«Bisogna
vedere se recupera De Rossi, Totti ha già recuperato. In ogni caso
la Roma ha alcuni giocatori di livello mondiale, in più possiede
giovani di qualità come Destro e Florenzi, che io conosco molto
bene. È una squadra che sposa l'ideale del proprio allenatore, il
modo di giocare che lo ha reso famoso. Per noi, sulla carta, è una
partita proibitiva. Ma lo era anche quella con il Milan. Andiamo lì
per giocarci le nostre carte, le nostre possibilità e per metterli in difficoltà nelle
loro lacune. Ci sarà pressione, ma non possiamo solo subire. Si
subirà di sicuro, però abbiamo gente che ha gamba e può far male
nel momento in cui si riconquista il pallone».

De
Silvestri e Poulsen restano finora due oggetti misteriosi. Cosa manca
loro per poter ritagliarsi uno spazio?

«Misteriosi
lo sono per i media o per il pubblico. Per il sottoscritto le idee
sono chiare: in questo momento abbiamo trovato un assetto ed è
giusto mantenerlo. Lollo deve farmi vedere di meritare il posto in
squadra, deve farmelo vedere durante gli allenamenti; per Simon vale
il discorso della settimana scorsa, ha ancora bisogno un po' di
tempo».

Può
essere arrivato il momento per Renan?

«Il
momento è di tutti, non è facile tener fuori dei ragazzi. E per
questo devo fare i complimenti a coloro che sono quattro partite che
non sono ancora scesi in campo e non hanno avuto le soddisfazioni che
meriterebbero».

Come
vive questo momento positivo? C'è il rischio di creare false aspettative?

«Intorno
alla squadra non ho notato questo. Lo noto da parte della stampa. Io
sinceramente vado in giro e gli stessi tifosi hanno sempre un profilo
basso, si rendono conto della situazione. Non alziamo l'asticella
perché non è quello il nostro percorso. Mi sembra di ripetermi
troppo spesso: oggi per curiosità guardavo la classifica di Serie B,
eravamo 16 punti dietro Pescara e Torino. Non abbiamo vinto il
campionato. Siamo entrati dalla porta secondaria, quella dei playoff,
e questo non va dimenticato».

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