Munari: «Dobbiamo rimboccarci le maniche e ripartire»
Una gioia a metà. È servita a ben poco la terza rete stagionale di Gianni Munari, annullata dai colpi rosanero di Von Bergen, Ilicic e Garcia. Non cerca però scuse la mezzala sassolese, che nella pancia del "Ferraris" ammette la sconfitta senza appello: «Non abbiamo fatto quello che ci ha chiesto il mister. Eravamo sottotono sia dal punto di vista fisico che tattico. Peccato, perché eravamo riusciti a rimetterla in sesto negli ultimi minuti del primo tempo, ma nella ripresa, con il gol subìto dopo pochi minuti, è diventato tutto più difficile. Noi non siamo questi e lo sappiamo benissimo: dobbiamo rimboccarci le maniche e ripartire».
Esame. Incredibile pensare che questa sia la stessa squadra che in settimana aveva messo alle corde l’Inter. «Con i nerazzurri avevamo fatto un’ottima prova e non meritavamo di certo la sconfitta – racconta il centrocampista doriano -. Contro il Palermo invece c’è poco da dire, abbiamo fatto male ed è solo colpa nostra. Dobbiamo farci un esame di coscienza e pensare già domani alla partita di domenica, importantissima sia per noi che per la nostra gente».
Motivazioni. Qualcuno in mixed-zone cerca le cause della brutta prestazione nella mancanza di motivazioni, data dal derby imminente, ma Munari non è d'accordo e spiega: «Non credo che pensassimo già al derby. Anche contro il Palermo avevamo tante motivazioni: molti giocatori erano qui a Genova l'anno della retrocessione due anni fa e volevano vincere, ma purtroppo ci è andata male. Le assenze? Poli e Krsticic sono giocatori importanti, anche se chi ha giocato ha comunque cercato di dare il suo contributo. Ora, ripeto, diventa molto importante la prossima partita col Genoa».
Riscatto. «Riscattare la sconfitta di oggi diventa infatti una motivazione in più per recuperare e fare bene nella stracittadina – conclude convinto il numero 11 blucerchiato -. Abbiamo sempre 9 punti di vantaggio, ma dobbiamo tornare a fare bene. Sappiamo cosa dobbiamo fare e vogliamo preparare la sfida col Genoa nel migliore dei modi. Non bisogna caricarla di troppe pressioni, ma bisogna alzare l’asticella per ottenere il massimo».