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Rossi pronto per Udine: «Siamo padroni del nostro destino»

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Rossi pronto per Udine: «Siamo padroni del nostro destino»

«C'è
bisogno di caricare i giocatori? No, mica sono dei bambini. Giocare
in A nella Sampdoria di fronte ai propri tifosi deve bastare ed
avanzare».
Delio Rossi spazza via gli alibi dalla sala stampa di Bogliasco,
anticipando i temi di Udinese-Sampdoria, che vedrà i blucerchiati
privi di diversi titolari. «Ho
sempre detto che il treno passa per tutti – dice il mister -, ma
bisogna essere alla stazione quando questo passa sui binari. Dobbiamo
tutti meritare la riconferma».

Questa trasferta mette la squadra di fronte ad una doppia prova:
confrontarsi con una formazione in salute e sopperire alle tante
assenze.

«Ci
sono momenti come questo nell'arco di un campionato. Abbiamo pagato
una lunga rincorsa, ma non siamo noi a rincorrere adesso, per cui
siamo padroni del nostro destino. Questa squadra ha bisogno di tutti.
Ed è in situazioni come queste che si nota di più».

Domenica la Fiorentina è sembrata correre molto di più della
Samp, si può forse pensare ad un calo fisico?

«La
Fiorentina correva meglio. Non si tratta di una questione
fisica: giocare le partite importanti è una questione di testa. Si è
mai vista forse una squadra che non corre la prima di campionato? Eppure dovrebbero essere tutti imballati».

Gli ultimi risultati negativi possono
aver creato un po' di paura nello spogliatoio?

«Paura?
No. Però magari ti riescono meno cose che prima sembravano più
facili, quindi bisogna fare leva su temperamento e carattere, non
solo sui valori tecnici».

Qual è la situazione dell'infermeria?
Come stanno Sansone e Costa?

«Sansone
è a disposizione. Per quanto riguarda Costa è un po' indietro
rispetto agli altri. Il suo è un discorso individuale: ci sono
giocatori che si gettano nella mischia anche con una gamba sola, e
altri che non lo fanno nemmeno su due. Lui ci sta andando
cauto perché si tratta di una vecchia cicatrice».

Il ritiro verrà anticipato e protratto fino a mercoledì: è una mossa punitiva?
«Partiamo
oggi ma non è affatto una punizione: ci mettiamo in moto un giorno
prima per via della lunga distanza della trasferta e restiamo in ritiro perché giocheremo subito contro il Catania».

In Friuli, seppur da
squalificati, verranno anche Gastaldello e Palombo. C'è bisogno di
tenere il gruppo unito?

«Gastaldello
e Palombo, tra i più anziani e carismatici, verranno in trasferta
perché hanno un valore anche fuori dal campo».

Tra i convocati c'è anche Piana: potrà trovare spazio questo ragazzo nel Doria del futuro?
«Piana
è stato aggregato, in modo da iniziare a respirare l'aria della
prima squadra. Tuttavia non vorrei che dessimo troppe responsabilità
a chi ne deve avere di meno».

In che atmosfera state vivendo
queste ultime settimane?

«L'intero
ambiente due settimane fa guardava al futuro: allo stadio e
alla prossima stagione. E ora si torna a parlare del presente. È
chiaro che tutti hanno risentito degli ultimi risultati, ma è
altrettanto chiaro che questa squadra essendo giovane è
soggetta a queste cose. Si fa tutto insieme, si vince e si perde in
undici».

Il presidente Edoardo Garrone ha fatto
sentire la sua vicinanza in questo momento.

«Ambiente
e società ci sono stati vicini sin ora. E lo saranno sicuramente
sino al raggiungimento dell'obiettivo».

Si avverte forse un po' tensione nello
spogliatoio? L'espulsione di Gastaldello e gli screzi in allenamento
sembrano andare in quella direzione.

«Un
po' di sana tensione non fa male, purché non si scavalchino alcune
barriere. Non amo le educande».

Come si affronta questa Udinese in formissima? Il calendario non vi ha dato una mano…

«Affrontiamo
questa partita con lo spirito giusto. E da artefici del nostro
destino. Giocheremo alla pari con i friulani, sennò faremo come domenica. Il calendario? Se
non è l'Udinese è la Fiorentina, se non è la Fiorentina è il
Milan. Se non vuoi pedalare non compri la bicicletta. Questa
categoria è così, bisogna sudare».

A Udine hanno dedicato una statua a
Di Natale, andrete là per demolirla?

«Credo
sia stato giusto e doveroso dedicare una statua a Di Natale, perché
ha fatto la storia della società. L'Udinese è un modello per il
nostro calcio, e Guidolin un maestro. Non lo scopro io. È
vero che è un ambiente diverso, dove ti è permesso di lavorare
senza pressioni, ma bisogna essere bravi a scovare ad accudire i
talenti».

Ha parlato con qualche giocatore in
particolare per spiegargli l'importanza di questo momento?

«Noi
siamo pagati per affrontare queste situazioni: non scarichiamo
mattoni. Qui non c'è da motivare nessuno, devono bramare il fatto di
giocare. Certo qualcuno può esser fuori ritmo per lo scarso
utilizzo, ma non deve mancargli l'adrenalina».

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