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Aste del Match: in beneficenza la 10 di Maxi firmata dalla squadra

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Aste del Match: in beneficenza la 10 di Maxi firmata dalla squadra

Ci sono poche parole per descrivere quello che è
successo al porto di Genova, nella notte tra il 7 e l'8 maggio. La nave che
abbatte la torre di controllo, i sette morti, i due dispersi. Non è
questa la sede per parlare di colpevoli, di manovre sbagliate, di
blocchi al motore. Non siamo noi le persone competenti per giudicare, ed
è per questo che ci limitiamo alla cronaca di una giornata triste.
Quella del lutto cittadino per Genova e non solo. La Sampdoria si gioca
la salvezza con un grande dolore nel cuore. La raggiunge, alle ore
22.22, pareggiando con il Catania. Un gol di De Silvestri, importante,
ma non troppo festeggiato. Lui stesso ammetterà che il pensiero è lì:
alle vittime della tragedia, alle loro famiglie. Il resto della
partita conta poco. Il pareggio del Catania, i minuti finali, il punto
che sancisce la salvezza della Samp. E un nuovo anno in Serie A.


Rispetto. A
fine partita si avvicina Maxi L
ópez alla postazione di Etwoo. Si sfila
la maglietta. El Rubio non riesce a sorridere per la salvezza
conquistata. Dona ad Etwoo la sua maglia numero 10, quella
appartenuta ad uno dei giocatori più importanti della storia del club:
Roberto Mancini. Tutta la rosa blucerchiata si ferma a firmarla, per non
dimenticare le vittime del porto, per rendere questo 8 maggio una data
da non cancellare, comunque. Doveva essere una festa e invece la festa
non ci sarà, nel rispetto dei familiari delle vittime e di tutta la
città.

Campione. Resta una maglia autografata da un gruppo di ragazzi e da un
campione affermato che non ha bisogno di molte presentazioni. Lui che ha
giocato e vinto con tre dei club più titolati del mondo: River Plate,
Barcelona e Milan. E ancora Mallorca, FK Mosca, Gremio in Brasile,
Catania e infine Sampdoria. Tanti gol, tante città, tante facce diverse. Espressioni un po' così, che abbiamo noi, che abbiamo visto
Genova.

Uomo. Un giramondo sempre con il sorriso sulle labbra. Chissà se ha
visto più volti lui o il porto della Superba. Chissà se ha ancora voglia
di viaggiare, conoscere, imparare. Perché in fondo, nella vita, di imparare
non si smette mai. Firma la maglia, ce la dona e torna a casa dalla
sua bellissima famiglia. Oggi più che mai si stringe attorno ha perso la
serenità familiare. Poi non c'è bisogno di aggiungere più nulla. Solo
un Maxi grazie, ad un campione vero, ad un ragazzo che girando per il mondo è diventato uomo.

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