Voglia di esplodere: Manolo Gabbiadini e quel modello da superare
Pensi
a Calcinate e, da sampdoriano, non può non venirti in mente uno zar,
lo Zar Pietro Vierchowod, il più forte difensore blucerchiato di
tutti i tempi. D'ora in avanti, però, l'accostamento tra i nostri
colori e il paese della Bassa Bergamasca avrà un altro nome, un
altro cognome e un ruolo agli antipodi con quello dell'illustre
predecessore. Manolo Gabbiadini da Calcinate, per l'appunto, vestirà
i panni del nuovo centravanti a disposizione di Delio Rossi. Non più
di una settimana fa, il presidente Edoardo Garrone era stato chiaro:
aveva espresso il desiderio di definire
la situazione-punta entro la partenza per il ritiro ed è stato
accontentato, forse con il meglio che il panorama calcistico italiano
era capace di offrire.
Curriculum.
La Sampdoria è infatti riuscita ad assicurarsi
le prestazioni di un ragazzo che, malgrado i 22 anni non ancora
compiuti (è nato il 26 novembre 1991) e un percorso di crescita
ancora in fase di maturazione, può già vantare un curriculum di
assoluto rispetto. Mica per caso, oltre a potersi fregiare del titolo
di vice-campione d'Europa Under 21 in Israele, Manolo figura come
terzo cannoniere della storia degli azzurrini (12 centri in 21 gare,
davanti a lui soltanto Pirlo e Gilardino) e conta un gettone nella
Nazionale maggiore (esordio a Ferragosto 2012, in amichevole contro
l'Inghilterra). Mica per altro, il Doria ha sborsato moneta sonante
per vincere le resistenze della Juventus e la concorrenza degli altri
club.
Famiglia.
Il primo club della carriera di Gabbiadini si chiama Bolgare, quello
del comune dove risiede da sempre con la famiglia: papà Giuseppe,
mamma Gabriella e la sorella Melania di otto anni più grande di lui.
Al piccolo di casa la passione per una sfera di cuoio la trasmette
proprio la sorella, bomber di razza, dall'oratorio alla Nazionale a
suon di gonfiare le reti avversarie. «Volevo essere forte come lei»,
e da lì comincia la parabola pallonara di Manolo, attaccante dai
riflessi pronti e dal colpo mancino in canna. Doti che non passano
inosservate dalle parti di Zingonia, dove il nostro cresce fino al
metro e 86 e alla prima squadra, la squadra del suo cuore.
Forza. Dopo la lunga trafila e due parentesi bresciane tra Palazzolo e Montichiari, la data da segnare col circoletto rosso diventa il 14 marzo 2010. Gabbiadini
dà il cinque a Tiribocchi, l'Atalanta perde a Parma ma il debutto in
Serie A resta comunque impresso come il primo passo verso il calcio
che conta. Un'altra sconfitta, in casa contro il Palermo, saluta il
secondo gettone e il baby centravanti saluta a sua volta. Nell'estate
2010 va in compartecipazione al Cittadella, in Serie B: l'impatto con
la cadetteria si rivela molto buono sul piano delle prestazioni (27
tra campionato e Coppa Italia, di cui 16 da titolare) meno su quello
realizzativo. Le 5 reti totali, unite alla forza e al temperamento
dimostrati alla corte di Foscarini, bastano comunque a convincere la
Dea di riportare a casa – per intero – l'interessante prospetto indigeno.
Scelta.
Con un gol al Gubbio in Coppa Italia la seconda avventura da atalantino parte
con il piede giusto, ma il modulo a una punta utilizzato da mister
Colantuono penalizza non poco la voglia di emergere del numero 28,
chiuso dalle larghe spalle argentine di Germán Denis. Tra una panchina e uno spezzone, ironia della sorte, il
25 marzo 2012, il primo centro in Serie A arriva contro il Bologna,
la destinazione successiva all'oneroso acquisto di metà cartellino
da parte della Juventus (5,5 milioni di euro) e alla decisione di far
maturare Manolo lontano tanto da Bergamo quanto da Torino. La scelta
bianconerazzurra si rivelerà particolarmente azzeccata.
Strada.
In rossoblù, malgrado la concorrenza della coppia azzurra
Diamanti-Gilardino, l'azzurrino che segna a raffica con la maglia
dell'Italia di Ferrara (prima) e Mangia (poi) si fa largo con impegno
e determinazione. Come punta centrale accanto al Gila o come
attaccante esterno di sinistra il contributo di Gabbiadini risulta decisivo in
entrambe le fasi dello scacchiere di Pioli, ripagato da 7 gol in 31
gare stagionali. Il resto è storia recente. Da Corte Lambruschini si muovono per lui; Silvio Pagliari, ex
responsabile del vivaio blucerchiato agli albori dell'era Garrone – uno a cui il Doria è rimasto
nel cuore – non può che dare parere favorevole, e Manolo prende con entusiasmo la strada di Genova. Quella giusta – ci
auguriamo tutti – per esplodere e per provare a superare il modello di sempre: la sorella Melania, la sua prima tifosa.
Manolo Gabbiadini: la
scheda
Luogo e data di nascita:
Calcinate (Bergamo), 26 novembre
1991
Altezza: 186 cm
Peso:
81 kg
Ruolo: attaccante
Nella foto Pegaso, Manolo Gabbiadini con la maglia azzurra dell'Under 21.