Trofeo “Garrone”, Edoardo: «L’occasione migliore per ricordare mio padre»
Il Trofeo "Riccardo Garrone" prende vita a Bardonecchia, di fronte
ad un nugolo di telecamere e a una selva di microfoni; quelli posti di
fronte alle sedie del presidente Edoardo Garrone, del professor Raimondo
Sirotti, presidente dell'Accademia Ligustica di Belle Arti di
Genova (di cui riferiamo a parte), e di Angelo Palombo, uomo simbolo di questi dieci anni e passa di Sampdoria.
«L'idea di creare il Trofeo
è nata dal desiderio di dare vita ad un'occasione annuale
che fosse legata alla memoria di mio padre – attacca il numero uno blucerchiato -. Ci è sembrato un buon connubio quello di
coniugare la manifestazione alla prima amichevole estiva, che si
contraddistingue per l'interesse e la curiosità con la quale i
tifosi si approcciano alla partita. E poi anche alla presentazione
della squadra: sarà una buona opportunità per conoscere i ragazzi».
OM.
«Ogni anno il Trofeo
"Riccardo Garrone" porrà di fronte alla Sampdoria un avversario di livello
internazionale: oggi siamo felici di poter dire che sarà l'Olympique
Marseille, ma domani avremo un'altra squadra, sempre però di grande
caratura». Il presidente spiega così la formula che andrà
ripetendosi negli anni negli agosto genovesi, approfondendo poi il
perché sia stato scelto l'Olympique come primo avversario:
«L'OM è una formazione di vertice del calcio francese ed
europeo, inoltre esiste un grande legame tra le due tifoserie – dice Garrone
raccogliendo lo spunto di Matteo Cantile, voce di Samp TV e
presentatore d'eccezione per l'evento -, un legame che è piuttosto
singolare dato che queste due squadre non si sono mai affrontate.
Forse è il fatto che sono entrambe due grandi città di mare. Devo
dire che sono davvero curioso di vedere i ragazzi affrontare una
delle migliori formazioni francesi dopo questa prima pesante fase di
ritiro».
Fedelissimo. «Dopo la
retrocessione per motivi di bilancio avevamo pensato di cedere
Palombo alla Fiorentina – svela Edoardo Garrone a due anni di distanza -, ma
sapendo che Angelo sarebbe andato via difficilmente ho pensato
che mio padre potesse convincerlo con una chiacchierata, dato
l'ottimo rapporto tra i due. Non andò così: mio padre mi chiamo e
mi disse che Palombo non voleva andar via, così io andai su tutte le
furie, perché già mi preoccupavo del bilancio. E invece sapevo che
mio papà in cuor suo era felice: Angelo non voleva andarsene perché
è sempre stato un suo fedelissimo. Ed è proprio per questo che oggi
è qui con me a presentare questo Trofeo».
Famiglia. Chiamato in causa, il
numero 17 blucerchiato, che arrivò al Doria bambino e
ora si è fatto uomo, non risparmia i ringraziamenti: «Io
alla famiglia Garrone devo tutto. Mettendo da parte i soldi, che sono
una cosa materiale, devo dire che alla Samp ho trovato una famiglia
vera e propria. Ho avuto un grande rapporto con il presidente
Riccardo, e ora posso dire di averlo con Edoardo. Riccardo era un
uomo d'un'altra pasta rispetto a tutti gli altri: ci infondeva calma
e serenità, dava consigli e bacchettate. E il vero dispiacere che ho
è quello della retrocessione: non se la sarebbe mai meritata».
Marassi. Prima della chiusura
degli interruttori delle cineprese, una sorpresa e un invito. La
sorpresa è quella che ha architettato il sindaco bardonecchiese Roberto
Borgis, presentatosi al tavolo della conferenza con un regalo
speciale per il presidente Garrone. «Questo
è un manifesto storico – svela il primo cittadino valsusino -, sul
modello di quelli della tradizione di Bardonecchia. È
un piccolo regalo che simboleggia il rapporto che si è venuto a
creare tra la nostra cittadina e la Sampdoria. Questo connubio di
arte e soprt, poi, e lo dico da professore di italiano ancor prima
che da sindaco, è un'ottima iniziativa». L'invito invece è
semplice ma significativo, e a farlo è direttamente il presidente:
«Il 3 agosto, tutti a Marassi».