Rossi: «Per dare giudizio a una squadra, bisogna vederla in campo»
«Onestamente
non ci poteva capitare avversario più brutto. Il calendario ce l'ha
messo di fronte e ce la giocheremo contro questa grande squadra».
Delio Rossi parte così, forte come vorrebbe che la sua Sampdoria
partisse domani sera al cospetto della Juventus bi-scudettata di
Antonio Conte. Anche se non sarà affatto semplice. «Credo
che la Juve resti la squadra più forte – rincara la dose il tecnico
blucerchiato dalla conferenza del "Mugnaini" -. Hanno acquistato
giocatori di livello internazionale, gente abituata a competizioni
europee come Tevez, Llorente, lo stesso Ogbonna. Preoccupato dopo la
loro vittoria in Supercoppa? Sono tutti campioni: se fanno bene c'è
entusiasmo, se fanno male c'è spirito di rivalsa. Le grandi sono
così: non cambia se hanno vinto 4-0 con la Lazio; anche se avessero
perso 4-0 la nostra partita sarebbe stata difficile comunque».
Quanto
conta un allenatore in una squadra?
«Gli
allenatori hanno la loro rilevanza. Ma non ho mai pensato che un
tecnico possa trasformare delle rape in oro. Non vinco io dalla
panchina, ma i giocatori che cercano di interpretare in campo quello
che si fa in settimana. Sono convinto che l'allenatore più bravo sia
quello che fa meno danni».
Passando
ai singoli: come ha visto Da Costa? E poi: Eder e Gabbiadini possono
far male in velocità?
«Da
Costa l'ho visto normale, così come quando c'era Romero. Romero ha
fatto le sue scelte ed è andato in club importante lasciando un altro club importante. Noi gli facciamo i migliori auguri e abbiamo
fiducia in Da Costa. Con Eder e Gabbiadini abbiamo due attaccanti bravi e complementari. Il
valore non lo vedo dei gol ma da cosa mi dà per la squadra. Senza
dimenticare Pozzi e Sansone, abbiamo punte valide per la categoria».
Quali
sono le differenze tra Icardi e Gabbiadini, match-winner di ieri
contro quello, si spera, di domani?
«Sono
due giocatori diversi accomunati dalla giovane età. Icardi giocava
negli spazi, sulla profondità; Gabbiadini può essere utile alla
manovra, ha una fisicità diversa».
Come
valuta la nuova Serie A dal punto di vista qualitativo? La Samp in quale
contesto la inserisce?
«Le
squadre si sono rinforzate, mi sembra ci sia un livellamento verso
l'alto per le formazioni di vertice. Il Napoli, la Fiorentina,
l'Inter, la Roma, la Lazio sono tutte migliorare. Credo che la
Sampdoria abbia le carte in regolare per centrare l'obiettivo. Poi,
se esiste la possibilità di rendere la rosa più omogenea si farà,
ma indipendentemente dal risultato di domani».
Esiste
un reparto o un nome particolare su cui concentrarsi negli ultimi giorni di mercato?
«Non
ci sono candidati in entrata o in uscita: abbiamo individuato dove
eventualmente poter intervenire. Può darsi che venga un giocatore
con caratteristiche che completino gli organici, ma non arriverà di
certo chi accenderà la fantasia o ti farà fare più abbonamenti. A
me non costerebbe nulla fare sette nomi come Messi, Cristiano Ronaldo
e Bale, ci farei bella figura di fronte a voi e potrei dire che non
me li hanno presi. Non sono i giornalisti deputati a risolvere i miei
problemi: la società sa cosa si deve fare».
Pensa
di essersi rinforzato rispetto all'anno scorso?
«Secondo
me abbiamo una rosa idonea che si può ancora migliorare. Ma ripeto:
per dare giudizio a una squadra, bisogna vederla in campo. La pratica
è sempre quella. Avevo un allenatore che diceva: in settimana
lavoriamo bene, poi la domenica gli avversari si muovevano.
In
più il calcio d'agosto è abbastanza effimero: per giudicare non
basta una partita, ci vuole un ciclo per dire effettivamente com'è
la situazione. D'estate si rischia spesso di prendere lucciole per
lanterne».
Ha
già in mente la formazione?
«Abbiamo
due squalificati: Regini e Renan non giocheranno di sicuro. Devo
scegliere tra gli altri e ho qualche dubbio. La notte porta consiglio
e ci penserò».