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Mihajlovic tra lealtà

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Mihajlovic tra lealtà

Icaro non aveva la maglia blucerchiata e comunque non è finito bene. Per cui occhio a salire troppo in alto senza costruirsi le ali adeguate. Sinisa Mihajlovic, conoscendo bene la storia, pianta dunque i piedi per terra prima della partita di Parma, troppo frettolosamente declassata a sfida da 2 facile: «Stiamo facendo un grande campionato, ma non si può dare nulla di scontato, neanche i tre punti di domenica. Facciamo un bellissimo lavoro, il più bello al mondo, però sappiamo che non possiamo rilassarci neanche un secondo se vogliamo continuare così: bastano un paio di partite e si fa presto a perdere gli equilibri e finire nelle critiche. Avevamo delle responsabilità ad inizio stagione, e ora sono cresciute. Tutti sono esigenti con noi, visto quello che abbiamo fatto sin qui. Abbiamo comunque le palle per continuare così».

Armi. La Serie A non è supermercato: le vittorie non si trovano a mani fasse sugli scaffali ma si sudano. «Abbiamo perso due punti con il Cagliari e poi con il Cesena – ricorda con rabbia il mister -, per cui non possiamo più sbagliare con squadre meno accreditate di noi. Alle spalle abbiamo squadre più forti, più attrezzate, per questo non possiamo steccare. Ancora una volta giochiamo da favoriti, quindi dobbiamo vincere se poi vogliamo giocare ad armi pari con le formazioni più grandi e forti. Questa è una gara importante e non scontata, affatto».

Dominare. «Ci sono almeno cinque o sei squadre inferiori al Parma a livello di organico – dice il tecnico serbo analizzando la rosa crociata -, peraltro i gialloblù hanno offerto ottime prove contro avversari come Milan, Inter, Roma e anche Lazio, con cui hanno perso solo nella ripresa». Una doverosa premessa che permette a Mihajlovic di mettere le cose in chiaro: «Se qualcuno dice che dobbiamo dominare il Parma e vincere necessariamente, senza se né ma, non capisce nulla di calcio».

Realtà. Poi Sinisa affigge le sue richieste sulla porta di Bogliasco: «Ho chiesto impegno e determinazione. Domani dobbiamo fare una grande gara, sudare e dare il 120 per cento per vincere». Comunque sia, è sempre meglio non perdere la Trebisonda. «Abbiamo 30 punti – ricorda a tutti l'uomo di Vukovar -, siamo in zona Europa, dove nessuno, anche tra chi ora si permette di criticare, avrebbe mai pensato potessimo essere di questi tempi. Per cui non vorrei che si perdesse la dimensione della realtà. Terzo posto? Noi vogliamo la parte sinistra, se poi tra 17 o 18 partite saremo dove siamo ora, beh, allora ci proveremo».

Linea. «Avevo chiesto un giocatore subito pronto dopo la partenza di Gabbiadini – dice il tecnico balcanico addentrandosi nella giungla di domande sul mercato -. Tuttavia, non è arrivato. Ora stringiamo i denti, vista l'emergenza in attacco. Poi, terminato il mercato, tireremo una linea: allora vi dirò con grande lealtà e franchezza cosa saremo in grado di fare, se salvarci o magari puntare all'Europa».

Ambientarsi. «Non è a disposizione, non è qui, quindi non ne parlo – taglia corte Miha glissando su Eto'o -; per quanto riguarda Muriel io non gli ho parlato. L'infortunio? Chiedete a chi di dovere». Nel frattempo al "Mugnaini" è però arrivato il giovane Correa. «È convocabile – risponde ai cronisti -. Quando sarà pronto? Due, tre mesi, forse. Il ragazzo ha qualità, si vede, ma deve capire dove è finito. Deve lavorare sulla velocità e irrobustirsi: è normale che sia così. Le stesse cose che sono successe a Djordjevic, che è cresciuto molto da quando è arrivato. La Serie A infatti non sarà il campionato più bello al mondo, ma è il più difficile, di sicuro. Sono tanti gli esempi di giocatori che hanno richiesto tempo per ambientarsi, come Dybala o Felipe Anderson».

Maturi. L'Empoli e ora il Parma sono le prime stazioni di un tragitto di squadre alla portata. «Partite facili? Non esistono – ribatte Sinisa -, è più complicato preparare una partita contro Cagliari o Cesena che con l'Inter. Comunque sia noi abbiamo studiato il Parma e ci siamo preparati come al solito: vogliamo fare il nostro gioco e vincere. Se saremo bravi torneremo col bottino pieno. I ragazzi sanno l'importanza di questa gara, perché sono cresciuti, maturati. Anche io mi fido molto più di loro e non reagisco più come una volta».

Capitano. Tra i punti toccati dal mercato, anche la vicenda che coinvolgerebbe Gastaldello. Mihajlovic a proposito dice la sua: «Gasta è un ragazzo d'oro, è il capitano della squadra e si dà sempre da fare. Ho un grande rispetto per lui e per il modo in cui si comporta, per cui non potrei trattenerlo contro il suo volere; proprio per una questione di rispetto. Se comunque lui decidesse con la società di partire, allora dovremmo muoverci per trovare un sostituto adeguato».

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