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Mihajlovic chiede un extra alla squadra: «Dobbiamo raddoppiare gli sforzi»

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Mihajlovic chiede un extra alla squadra: «Dobbiamo raddoppiare gli sforzi»

Due temi. Due grandi temi anticipano la sfida contro il Palermo di domenica a Marassi. Il primo è sulla capacità della squadra di battere nel girone di ritorno se stessa e i suoi 33 punti, mentre il secondo è quello del gruppo, della sua solidità e della sua rocciosità. «Dobbiamo raddoppiare gli sforzi nel ritorno – comincia determinato Sinisa Mihajlovic in conferenza stampa a Bogliasco -, perché non dobbiamo solo battere gli altri ma anche noi stessi. Il Palermo è una buona squadra, ma è alla nostra portata. Noi siamo in casa nostra e dobbiamo vincere. Non possiamo rilassarci».

Distrazione. A Marassi sarà una festa, dice qualcuno. «Festa? Quale festa? Eto'o si aggiunge a questa squadra – anticipa Sinisa dando ormai per fatto l'affare con il camerunense -, ma non deve essere una distrazione. È un grande calciatore, che ha vinto tutto e che mediaticamente attira molte attenzioni; ma questo non deve distoglierci». E poi. «Se siamo terzi – continua – il merito è di questi ragazzi, del loro impegno e del loro lavoro quotidiano».

Preoccupazioni. Non c'è forse un po' troppa diffidenza in vista dello scontro coi rosanero, in fondo con Empoli e Parma si è ottenuto il massimo? «Le preoccupazioni non sono mai troppe – dice Miha in risposta al candido ottimismo dei giornalisti -, perché comunque siamo ancora in emergenza offensiva. Si parla molto dei nuovi arrivi, ma intanto noi abbiamo un giocatore in meno davanti. Un motivo in più per dire grazie ai miei, che hanno stretto i denti».

Attacco. «Ci vuole rispetto per questa squadra – attacca poi il serbo con riferimento all'ultima uscita casalinga, accompagnata a suo dire da qualche malumore di troppo -, se il pubblico viene allo stadio è per sostenere la Sampdoria, non per fischiare o mugugnare. Altrimenti, stia pure a casa». Poi, ce n'è anche per la stampa. «Le abbiamo viste tutte – prosegue – e sappiamo che ce la possiamo giocare con ogni squadra. Ultimamente abbiamo sbagliato una gara, con la Lazio, forse un tempo a Cesena, ma poi nient'altro. Dopo la Coppa Italia ho letto delle cose che non mi sono piaciute: pensieri, discorsi che non c'entrano nulla col calcio. Qui ci sono tanti ragazzi che meritano di giocare per quanto fanno vedere tutti i giorni: sono state critiche ingenerose. E io non ci sto. Ho fiducia in loro e sono convinto che se fossimo rimasti in undici ce la saremmo giocata sino all'ultimo».

Gruppo. Poi il caso-Okaka che caso proprio non è. «Non abbiamo nessun problema – risponde il mister -, io sono molto legato a lui. Ieri gli ho persino pagato la cena. Queste situazioni capitano in tutte le squadre, solo che è stata ingantita dal fatto che voi foste fuori. Per Okaka è un momento-no, ma per noi è un giocatore molto importante. Tornerà ad essere il solito». Per uno che ha la 'freccetta giù', ce ne altri che stanno molto bene, come Bergessio e Duncan: «Sono contento per loro, anche se non parlo volentieri dei singoli. Più in generale tutto il gruppo sta facendo bene».

Complimenti. Ieri, nel corso della presentazione dei nuovi arrivi, è arrivata una dichiarazione d'amore da parte del presidente Ferrero, mai avaro di complimenti. «Il ringraziamento non lo deve a me – conclude l'allenatore di Vukovar -, ma ai miei ragazzi, per quello che stanno facendo. Io sono un professionista e come tale provo sempre a fare il massimo».

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