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Piacere Eto’o: «Voglio portare qui la voglia di vincere»

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Piacere Eto’o: «Voglio portare qui la voglia di vincere»

Una sala intera e un centinaio abbondante di operatori dell’informazione tutti per lui. Sullo sfondo scorrono le immagini salienti della sua carriera, concluse da una scritta che meglio non avrebbe potuto accoglierlo: Benvenuto Campione. Nella suggestiva cornice dell’Acquario di Genova, Samuel Eto’o – giacca blu, maglione bluette e jeans – fa uscire dalle proprie labbra sorridenti le prime parole ufficiali da blucerchiato: «Come ha fatto Ferrero a convincermi? La prima volta che ho visto il presidente è stato a Londra, non credevo davvero lo fosse perché era molto scherzoso. Sono venuto alla Sampdoria per sognare con lui, spero che questo sogno ci porti più avanti possibile».

Re. Marassi, un’accoglienza da re. «Non era la prima volta che venivo – risponde il numero 99, autore del giro di campo in compagnia del presidente Massimo Ferrero e di Luis Muriel nel post-partita di domenica scorsa -, c’ero già stato con l’Inter. Ho pure segnato qui, ma ora è tutto diverso: sono qua per difendere questa maglia, la maglia della Sampdoria». L’Inter, appunto: molto è cambiato da quando l’attaccante camerunense ha messo piede per la prima volta in Italia. «Sì, sono cambiate un po’ di cose – commenta la stella africana -, ma il calcio è pur sempre calcio. E io voglio subito scendere in campo». Insomma, già da Torino? «Sì!».

Vero. Serviranno i gol di Eto’o alla Samp per restare in alto. «Mi hanno preso per segnare – spara in risposta il killer d’area di rigore -, ma so anche sacrificarmi, perché l’importante è il bene della squadra. Sono qui per vincere». Per farlo, però, bisogna seguire al meglio i dettami di Sinisa Mihajlovic, come ammette lo stesso attaccante blucerchiato: «Certo. Qui l’accoglienza è stata subito buona: mi trovo bene. Mihajlovic è un uomo vero, tanto sul campo quanto nella vita. In un certo senso, mi ricorda Aragones».

Novantanove. Lo spagnolo è uno che ha alzato trofei di ogni tipo e da cui Samuel ha tratto molti degli insegnamenti che infilerà nella sua borsa sulla strada di Bogliasco. «Voglio portare qui la voglia di vincere – replica. Volere è potere». Sì, ma fino ad un certo punto: la maglia numero 9, ad esempio non l’ha potuta avere come avrebbe desiderato. «Il nove è il mio numero – spiega la punta, che tra il Barcellona e l’Inter alzò tre Champions con quella cifra sulla schiena -, ma qui era già occupato dal mio fratello Okaka. Allora ho pensato di prendere il 99, come ai tempi dell’Anzhi. Lo aveva Cassano? Un motivo in più per mettere il numero indossato da un grande calciatore».

Terzi. Tornando alle cose che più contano, Eto’o fissa l’obiettivo: «La Sampdoria non è stata costruita per essere al terzo posto. Ma grazie ai ragazzi e al mister siamo in lotta per quella posizione, per cui il nostro obiettivo deve essere quello: il terzo posto».

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