Mihajlovic affronta il Napoli: «Nessuna paura. I miei giocatori devono essere arrabbiati»
In conferenza stampa, per prima cosa, dopo il comunicato pubblicato in settimana sul sito ufficiale, Sinisa Mihajlovic prende a picconate le congetture pubblicate in questi giorni: «Conosco questo gioco, sono nel calcio da trent’anni ormai: so che i giornali vanno riempiti. Ma un conto è scrivere che il Napoli è interessato a me, cosa di cui sarei grato, un altro è che io in settimana mi sarei incontrato con i loro dirigenti e avrei firmato un contratto, portandomi dietro anche dei giocatori. Questa è mancanza di rispetto nei confronti miei, della squadra, della società, dei tifosi e pure del Napoli stesso e di Benítez. Il perché sia uscita questa notizia? Va chiesto ai giornalai che l’hanno scritta».
Piede. Chiarito il primo punto, passiamo al secondo. «Se i miei giocatori avranno metà della mia rabbia – teorizza il serbo -, sarà molto difficile batterci. Se sabato ero deluso, quando ho visto i risultati di domenica ero incazzato. Sì, perché abbiamo buttato via quattro punti con il Cesena e due con il Cagliari, squadre che, con tutto rispetto, posso dire siano inferiori a noi. Avessimo vinto sabato saremmo stati in Europa League con un piede». Il Napoli è ancora in coppa, potrebbe essere uno svantaggio per loro. «Sono abituati a giocare il giovedì – smonta l’ipotesi – e vincere aiuta a vincere, troveremo una squadra che sta bene».
Paura. «Per ottenere grandi traguardi servono grandi imprese, per le grandi imprese servono grandi prestazioni e per le grandi prestazioni è necessario grande coraggio. Questo servirà per vincere e prenderci l’Europa». Parla così Sinisa, da condottiero qual è. «Andremo al “San Paolo” senza paura – aggiunge -, chi ha paura resti a casa. Tutti convocati? Posso anche rispedirli indietro. Servirà una grande gara, un po’ come quella dell’anno scorso, anche se con un risultato diverso». Poi l’uomo di Vukovar parla più in generale del trittico in arrivo: «Cercheremo di fare giocare sempre i migliori in tutte e tre le gare. Meglio arrivare quinti che sesti? Meglio andare in Europa».